Sinceramente questa è una newsletter difficile e infatti ci giro intorno da più di una settimana. Alla fine l’ho scritta di getto ieri mattina dopo aver preso due Brufen (perché mi sono svegliata con il mal di schiena) e aver piazzato mio nipote davanti alla tv a vedere un film (a volte sono una pessima zia); però non l’ho programmata presa da un repentino dubbio: sarò fuori tempo massimo?
Poi ieri pomeriggio ho portato il sopracitato nipote a visitare il museo Paolucci di Offagna dove, fra i reperti di uno scienziato e naturalista anconetano, ci sono un pezzo del mio cuore e una parte della mia giovinezza quando ero ancora in bilico fra lo studio della natura e quello della storia.
Ps. Ho smesso di essere in bilico il quarto anno di liceo quando ho capito che la chimica ed io viviamo su due mondi diversi, lontani e non comunicanti fra di loro.
Chiacchierando con una delle responsabili viene fuori che scrivo di royal, che ho un profilo Instagram etc e lei, ad un certo punto, mi prende da parte e mi chiede: «Ma è tutta una montatura, vero?! Lei non sta così male come vogliono far credere… ho letto, ho sentito, dicono…».
Quindi il 30 di marzo, otto giorni dopo il video che ci ha lasciati senza fiato le maldicenze non si arrestano e purtroppo in tanti abboccano, quindi no, le mie riflessioni non sono in ritardo.
Non vi devo aggiornare perché ormai sappiamo tutto; da venerdì scorso non c’è giornale, sito, giornalista, opinionista, esperto di marketing e comunicazione, esperto di qualche cosa o anche di nulla, che non si sia sentito in dovere di farci sapere come la pensa. Ovviamente non perché la sua opinione abbia un qualche valore ma per via dell’engagement che la vicenda della malattia di Catherine ha creato sul web.
E naturalmente tutti ci hanno elargito dotte sentenze e profonde considerazioni sugli errori di comunicazione del Palazzo.
È vero la comunicazione è stata traballante, evidentemente non c’era una “unità di crisi” capace di gestire una situazione tanto difficile (io stessa sono rimasta un po’ sconcertata dal secondo comunicato il cui tono era abbastanza stizzito) però adesso tutti sappiamo la verità. Adesso.
E io adesso ho solo voglia di abbracciarli e di dire a entrambi: va bene così, vi capisco, non potevate fare diversamente, nel vostro cuore c’erano ben altri pensieri che rispondere alle domande del popolo social.
Mi metto nei loro panni. Undici anni fa, quando mi hanno detto che per mia mamma c’erano poche speranze, ho letteralmente perso il lume della ragione. Ancora oggi ne parlo con le lacrime che mi rigano il viso. Ci sono state lunghe settimane in cui ho tenuto faticosamente a bada la disperazione per mandare avanti la vita, le terapie e l’ordinaria amministrazione.
Pensate loro cosa hanno dovuto sopportare e gestire.
Questo il motivo per il quale non mi sento di dare giudizi e neanche di mettere in croce lo staff di Kensington Palace.
Ho letto su Instagram il post di una giornalista che si occupa di altro ma ha sentito l’impellente bisogno di pontificare sul tema – eh ma signora mia che non le vuoi dire due cose su Kate?! – senza però avere chiaro un passaggio molto importante: la principessa di Galles, ovvero la consorte dell’erede al trono, non ha alcun ruolo istituzionale. La royal family aiuta e sostiene il sovrano (che lui il ruolo istituzionale ce l’ha) nello svolgimento dei suoi “duty”. Fine.
Catherine non è Mattarella e neanche Mitterand (vedi newsletter precedente).
Molte persone sostengono ancora oggi con forza che tutto questo non sarebbe accaduto se i Galles fossero stati fin da subito espliciti.
Io penso, invece, che questa giovane donna si sia presa il tempo necessario per accettare la sua diagnosi e capire cosa succederà. Ne ha parlato di persona quando si è sentita in grado di farlo. E nel momento in cui sapeva di poter proteggere i suoi bambini. Non credete che la scelta di farlo appena sono iniziate le vacanze scolastiche mostri solo quanto tutto sia stato calcolato con cura e attenzione?
Alla fine la principessa di Galles, sulla cui assenza sono state fatte illazioni di ogni genere, ha deciso di raccontare tutto da sola, in un video che rimarrà nella memoria collettiva. Catherine si è fatta narratrice della propria storia e poi con gentilezza ha chiesto comprensione, rispetto e solidarietà verso di lei e nei confronti di tutte quelle persone che stanno percorrendo il suo stesso cammino. Possiamo solo ammirare il suo coraggio e pregare.
Scrive sul Telegraph Camilla Tominey: “può esserci un contrasto più marcato fra la dignità con cui la principessa di Galles ha annunciato la sua devastante diagnosi di cancro e il comportamento dei troll che hanno trascorso gli ultimi due mesi crogiolarsi nella loro miseria? Sapevamo già che i social sono una fogna popolata da ratti senza volto che cercano di contagiare gli altri con il loro odio malato, ma il loro trattamento crudele nei confronti di Kate è stato disgustoso oltre ogni immaginazione”.
Da questa fogna Catherine è uscita immacolata e splendente. Un amico, residente in UK, mi ha scritto: «Qualcuno ha detto che hanno cercato di distruggere l’immagine di una principessa… e invece non hanno fatto altro che innalzarla allo stato di una Madonna».
Oggi è Pasqua ed eravamo abituati a vedere la famiglia reale che dagli appartamenti privati del castello di Windsor raggiungeva a piedi la St. George’s Chapel dove si svolge il servizio religioso festivo. Quest’anno ci saranno il re e la regina ma già sappiamo che il principe e la principessa di Galles resteranno nella loro casa di Anmer Hall nel Norfolk.
Sarà una Pasqua triste? Un po’ certo, ma anche piena di speranza. Carlo III appare di tanto in tanto a qualche piccola riunione e per il “Royal Maundy Service” ha registrato un video in ci mostra, fra l’altro, quanto è tenace.
Vorrei anche spendere due parole per la persona che in questi mesi sta tenendo in piedi, praticamente da sola, tutta la baracca. Mi riferisco ovviamente alla regina Camilla la quale, apparentemente imperturbabile, si presenta ovunque sorridente e gentile. Ma di lei e di un suo straordinario progetto vi racconterò nella prossima newsletter altrimenti la facciamo troppo lunga.
Detto ciò vi auguro giorni sereni. Qui il tempo è incerto, sto cercando di capire come intrattenere un ragazzino di quasi tredici anni e nel frattempo dovrei anche studiare perché il Royal Tour 2024 si avvicina a grandi passi.
A questo proposito, se per caso siete a Londra alla fine di aprile, vista la coincidenza di vari ponti, e avete voglia/piacere/interesse a unirvi a noi in una delle passeggiate (domenica 28 aprile da Kensington Palace al Victoria&Albert Museum, lunedì 29 aprile la zona di St.James) abbiamo deciso di aggiungere in via del tutto eccezionale alcuni posti destinati a chi non è riuscito a fare tutto il tour. Per informazioni potete contattare London.ita tel. +393471098290 mail andrea@londonita.com. I singoli percorsi iniziano la mattina intorno alle 10 e finiscono intorno alle 16 con sosta libera per il pranzo.
All’inizio di aprile arriverà l’edizione 2024 della mia guida digitale Royal London con due nuovi itinerari e sto pensando a una piccola novità. Contavo di far uscire la guida per le vacanze pasquali ma i giorni complicati sono stati numerosi.
Nel frattempo però è on line un’offerta cumulativa sulle Storie Reali (che comunque sono sempre disponibili anche singolarmente).
Grazie per essere arrivati fin qui, ci risentiamo presto e in attesa vi regalo un po’ dei miei amati narcisi.
Marina
Grazie! Bellissimo articolo, tante le osservazioni condivisibili e molto profonde.
Anna Porrà
La sua eleganza,Marina, nel parlare di questo tema è pari all eleganza di Catherine( come giustamente la cita lei e non Kate, come se tutti ci fossero andati a scuola insieme...che cafonaggine).
Newsletter intensa e azzeccata, grazie.
I miei migliori auguri di una Serena giornata di Pasquetta🌱