Tutto bene su nel Regno Unito? Non tanto, la principessa di Galles è in convalescenza dopo un intervento chirurgico non meglio specificato mentre re Carlo III, operato di recente per una cosa da nulla, ha un tumore ed è già in terapia. Questa la notizia, né più, né meno comunicata da Buckingham Palace la sera del 5 febbraio dopo che lo stesso sovrano aveva informato i fratelli durante un pranzo a Sandringham domenica 4 febbraio.
Non sono stati forniti altri dettagli che attengono, ovviamente, alla sfera privata anche se il privato di un capo di Stato ha parecchie implicazioni pubbliche.
Comunque cerchiamo di non pensare subito a scenari tragici; nei giorni scorsi si è visto il re camminare sulle proprie gambe e Camilla, presente a un evento benefico a Salisbury, si è detta ottimista. Carlo III adesso è a Sandringham a riprendersi e lì ora stanno per fiorire i narcisi la cui bellezza cura sicuramente anche l’anima.
Certo è impossibile non notare quanto il destino si sia accanito su un uomo di grande valore che ha commesso un errore. Un unico grande errore che non gli è mai stati perdonato. Ad ogni modo la famiglia, a parte poche eccezioni, è nota per la fibra piuttosto robusta quindi direi che possiamo essere ottimisti.
Ma veniamo alla sostanza di questa newsletter.
Un diamante è per sempre, ma uno smeraldo di più
Verso la fine del mese di dicembre mentre stavo completando le ricerche iconografiche per la storia (reale) dedicata a Maria di Borgogna mi sono imbattuta in una notizia curiosa di cui ho subito preso nota perché si collegava perfettamente all’argomento della storia di febbraio: gli anelli di fidanzamento a partire da quello di Elisabetta II. Ebbene si, anelli di fidanzamento nel mese di San Valentino, avanguardia pura, come il floreale in primavera di Miranda nel “Diavolo veste Prada” però in realtà il tema fa parte di un esperimento non fine a se stesso di cui vi parlerò un’altra volta.
A quanto pare il primo anello di fidanzamento documentato, cioè di cui si parla in un atto ufficiale, è proprio quello che la duchessa Borgogna riceve dal promesso sposo Massimiliano d’Asburgo. Maria di Borgogna è un personaggio in Italia semi sconosciuto e forse neanche citato nei manuali di storia ma per farla breve è la nonna da cui l’imperatore Carlo V eredita le ricchissime Fiandre con la loro florida economia e la vivacissima cultura. Nel 1477, cioè qualche secolo prima dell’invenzione dello slogan “un diamante è per sempre”, l’arciduca Massimiliano regala alla promessa sposa questa gemma preziosa (costosa e molto rara) come pegno d’amore e fedeltà e il gesto colpisce l’immaginario dell’epoca.
Gli anelli di fidanzamento nella royal family
La storia degli anelli di fidanzamento in realtà è abbastanza complessa e spesso si confonde con quella dell’anello che consacra l’unione vera e propria ovvero la fede nuziale. In Inghilterra prima dell’era vittoriana gli anelli che sancivano un accordo matrimoniale non erano così diffusi e pochi avevano pietre di grande valore. A partire dalla regina Vittoria però i matrimoni all’interno della royal family diventano un vero e proprio show che contribuisce alla popolarità della dinastia quindi si inizia a parlare anche di questo dettaglio.
Nella storia (reale) del mese di febbraio vi racconto, a partire da Elisabetta II, vicende e segreti di molti anelli di fidanzamento reali tranne uno, quello che Edoardo VIII regala a Wallis Simpson delle cui vicende ho deciso di parlare solo qui. Un piccolo omaggio per le iscritte e gli iscritti a questa newsletter.
L’anello di Wallis
Nell’autunno del 1936 il sovrano è ancora convinto di poter avere sia il trono sia la donna che ama e quindi il 27 ottobre, giorno in cui un tribunale sancisce la fine delle sue seconde nozze, Wallis riceve una formale proposta di matrimonio. Una data memorabile che il re fa incidere all’interno dell’anello di fidanzamento. Come documentato negli archivi londinesi della maison, Edoardo VIII acquista il gioiello il 30 ottobre e poiché da anni è un affezionato cliente, ottiene un “prezzo speciale”: 10.000 sterline, circa 500.000 odierne.
L’anello è davvero speciale perché Edoardo decide di offrire a Wallis non un diamante e neanche uno zaffiro, come hanno fatto i suoi tre fratelli con le rispettive fidanzate, ma un enorme smeraldo colombiano da 19,77 carati. La pietra ha una montatura in platino e ai lati diamanti taglio baguette che sono un po’ la “firma” di Cartier. All’interno del gambo il re fa incidere con la data e una frase: “WE are our now 27 X 1936”. WE , cioè noi in inglese, è anche l’acronimo dei nomi Wallis ed Edward.
Sull’origine di questa pietra ci sono due teorie. Francesca Cartier Brickell, autrice di un imponente libro sulla storia della famiglia Cartier, racconta che lo smeraldo sarebbe stato acquistato a Baghdad da un dipendente del bisnonno Jacques Cartier. L’inviato di Cartier, che aveva ricevuto carta bianca e molto denaro contante con l’obiettivo di portare a casa molte pietre preziose, torna indietro con un’unica gemma, grande quanto un uovo di uccello, forse appartenuta al Grand Moghol. All’inizio del secolo Cartier non avrebbe avuto problemi a trovare clienti interessati a un gioiello del genere però negli anni ’30 la situazione è molto diversa quindi l’unica opzione possibile è quella di dividere lo smeraldo a metà. Una parte viene venduta a un miliardario americano l’altra è la pietra che Edoardo VIII decide di far incastonare nell’anello di fidanzamento per l’amatissima Wallis. Generalmente gli smeraldi non vengono utilizzati per gli anelli perché, rispetto ai diamanti o ad altre gemme, sono molto fragili e possono graffiarsi facilmente, ma il re vuole quell’enorme pietra verde a tutti i costi e non sente ragioni.
Secondo Stefano Papi e Alexandra Rhodes autori del volume “Grandi Collezioniste di gioielli” (edito da Leonardo Arte nel 2000) lo smeraldo faceva parte di uno splendido sautoir di diamanti e smeraldi appartenuto alla miliardaria americana Nancy Leeds la quale si era procurata tutte le pietre necessarie presso il sultano della Turchia. Nel 1920 Nancy sposa il principe Cristoforo di Grecia ma muore tre anni dopo e i suoi gioielli potrebbero essere stati smontati e venduti dal figlio William B. Leeds o dal vedovo.
Quale che sia la sua origine, la splendida pietra diventa un anello originale e anche parecchio vistoso che Edoardo offre alla donna per la quale, poco più di un mese dopo, abbandonerà la corona.
Nel 1957, per celebrare il ventesimo anniversario di matrimonio, Wallis riporta l’anello a Cartier e chiede di rimontare lo smeraldo in uno stile più opulento. La semplice montatura di platino viene quindi sostituita da una stravagante corona d’oro nella quale sono inseriti 20 diamanti rotondi taglio brillante. Questo è l’aspetto dell’anello quando, dopo la morte della duchessa di Windsor, finisce all’asta (sarà venduto, per 1,9 milioni di dollari) insieme a tutti gli spettacolari gioielli che l’ex re aveva donato alla moglie.
La storia degli altri anelli di fidanzamento dalla regina Vittoria ai giorni nostri la trovate nel nuovo episodio di “Una storia (reale) al mese”.
Grazie per avermi letto fin qui, attendo i vostri commenti, suggestioni e idee.
A presto
Marina
ps il 3 febbraio è mancato il principe Vittorio Emanuele di Savoia, figlio di Umberto II e formalmente ultimo erede al trono del regno d’Italia. Di recente Netflix ha prodotto un lungo documentario intervista su di lui “Il Principe”.
La scomparsa ha riportato in primo piano anche la cosiddetta “questione dinastica”.
Grazie per questa news letter, sempre molto arricchente leggere le sue conoscenze.
Grazie Marina, è un piacere leggerti. sono molto curiosa di vicende reali e tu sei una Bibbia in materia. buon proseguimento ! A presto Stefania